Una “bizzarra” stagione, riparte con Sergio Blanco la prima parte della programmazione del Teatro di Rifredi

Ripartirà proprio dai testi di Sergio Blanco, autore franco-uruguaiano, con la serata dedicata a “L’ira di Narciso” e al grande successo di “Tebas Land”, la prima parte della trentacinquesima stagione del Teatro di Rifredi. Un cartellone ricco di grandi spettacoli, molte conferme ma anche importanti novità, che animeranno questa “bizzarra” programmazione in cui il pubblico sarà accompagnato da leoni, elefanti, uccelli, zebre, gatti, cani e lupi, che su simpatici cartelloni distanzieranno le persone in sala. Una stagione che vedrà esibirsi sul palco Serra Ylmaz e Ciro Masella nello spettacolo “Occidente” dal 25 al 29 novembre, Monica Bauco e Riccardo Naldini nel successo di “Tre Rotture”, presentato lo scorso febbraio, tradotto e diretto da Angelo Savelli, Alessandro Riccio e Gaia Nanni in “La meccanica dell’amore” dal 26 dicembre 2020 al 3 gennaio 2021, spettacolo cult del loro repertorio. Questi e molti altri, una stagione delicata, particolare, forte però del lavoro e della immancabile passione di persone che si sono adoperate per consentire la miglior riapertura al pubblico in sicurezza. Un lavoro come ci spiega Giancarlo Mordini, direttore artistico del Teatro di Rifredi, non privo di sacrifici, ma che con tanta determinazione, vuol regalare ai propri spettatori e affezionati emozioni, divertimento e spensieratezza.
Prende il via questa settimana una stagione “bizzarra”…
Si, l’abbiamo chiamata stagione “bizzarra” sia perché ad attendere il pubblico in sala ci saranno questi animaletti riprodotti su cartonato che ci faranno compagnia nei posti dove non sarà possibile sedersi, sia perchè ci troviamo a lavorare in delle condizioni molto particolari, dando il via ad una stagione che è stata letteralmente smontata e rimontata almeno tre volte. Una stagione a cui, ci tengo a dirlo, abbiamo voluto dare un senso preciso di continuità nonostante tutte le difficoltà, non essendo solo una rassegna di monologhi, che sarebbe stata la soluzione più pratica da mettere in scena, ma con al centro spettacoli cult che hanno saputo far affezionare il pubblico.
Come il teatro si pone in relazione a questa situazione sanitaria, e come deve fare i conti con il Coivd?
Alla base delle scelte operate c’è stata la volontà da parte di tutti noi di dare lavoro, spazio e voce al nostro progetto, di proseguire tutti uniti nello svolgere il nostro mestiere. In questo momento qualsiasi tipo di impresa, soprattutto le imprese culturali, stanno affrontando un periodo molto difficile, periodo che a partire dagli artisti fino a tutte le persone impegnate nell’amministrazione mette tutti a dura prova senza distinzioni. Proprio per questo ci siamo sentiti di privilegiare queste figure dando vita ad una programmazione, seppur fino a dicembre/gennaio, con tante conferme, ma puntando allo stesso tempo anche sui giovani con collaborazioni stabili e i nostri spettacoli per le famiglie le domeniche pomeriggio.
Una programmazione che riparte, in questa sua prima parte della stagione, dai suoi punti di forza…
Si esatto, per l’inaugurazione stiamo preparando un evento straordinario, avremo con noi ospite Sergio Blanco, autore di Tebas Land, in programma dal 23 al 31 ottobre, che assisterà alla messa in scena de “L’ira di Narciso”, ipotesi di lavoro anche per un futuro spettacolo, che vedrà Carmine Maringola impegnato nell’interpretazione del testo dell’autore franco-uruguaiano, tradotto da Angelo Savelli. Mi piace pensare che questa serata, nell’approccio al testo, possa avere in futuro lo stesso successo avuto dallo spettacolo “La bastarda di Instanbul”, spettacolo che è nato proprio in questa forma. Sono davvero emozionato all’idea.
Che appello ti senti di rivolgere al pubblico?
L’appello è quello di dire: “abbiamo bisogno di voi”. Abbiamo costruito e dato vita ad una stagione in cui abbiamo puntato molto sulla capacità di far emozionare gli spettatori in sala, insieme alla grande voglia di ripartire nel nostro lavoro con tutte le persone che fanno parte della grande famiglia del Teatro di Rifredi. Abbiamo veramente bisogno del sostegno del pubblico in questo momento. Il teatro è un luogo sicuro, le persone potranno arrivare mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo e venire accolte per poi entrare in sala in maniera scaglionata, seguendo tutte le normative anti Covid. Mi sento di dire anche che la vita è breve e la qualità della vita è estremamente importante, per cui non possiamo rinchiuderci e tornare in un lockdown mentale, come abbiamo purtroppo vissuto tutti da marzo scorso. E’ importante tornare a vivere in sicurezza i propri luoghi e le proprie passioni, per cui vi aspetto presto al Teatro di Rifredi.
Immagini ©Teatro di Rifredi
Testo e intervista a cura di Simone Teschioni Gallo
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