Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la mostra che svela i primi 10 anni di attività di Tintoretto

In occasione delle celebrazioni dei 500 anni della nascita di Tintoretto, troviamo in programma alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, la mostra che approfondisce e documenta il primo decennio di attività pittorica di Jacopo Robusti, dal 1538 al 1548 grazie ad un’ esposizione di 60 opere di cui 26 eccezionali del maestro veneziano.
Un percorso che permette di analizzare gli albori della pittura del Tintoretto, attraverso le opere degli artisti a lui contemporanei, che abitavano la scena veneziana nei primi trent’anni del 1500. Sono anni infatti in cui la città di Venezia vive un grande fermento artistico, vedendo alternarsi in laguna personaggi come Jacopo Sansovino, scultore ed architetto toscano, Sebastiano Serlio e Baldassarre Peruzi. Lo stesso Vasari, rappresentato nella seconda sezione della mostra da due opere eseguite ad olio su tavola raffiguranti “La Giustizia” e “La Pazienza” di proprietà delle Gallerie dell’Accademia, giungerà in città tra il 1539 e il 1541 portando con sé innovazione e confronto tra la tradizione veneziana, retta e rappresentata a pieno in quel periodo da Tiziano e la visione più intellettualistica dell’arte toscana. Dimostrazione di questo confronto e di ciò che ne deriva è raffigurato dal dipinto dello stesso Tiziano, presente anch’esso nella seconda sezione dell’esposizione raffigurante “San Giovanni Evangelista a Patmos“, datato intorno al 1547 e posto a fianco delle due lavori del Vasari. L’esposizione curata da Roberta Battaglia, Paola Marini e Vittoria Romani, che si sviluppa in parallelo alla mostra in programma a Palazzo Ducale, permettere di fare ordine su un periodo in cui le fonti si presentano molto lacunose: sono veramente scarsi i documenti che attestano la formazione pittorica del Tintoretto, come del resto anche lo è anche lo stesso atto di nascita del pittore che risulta perduto, se non addirittura bruciato in un incendio. Il primo documento ufficiale che introduce sulla scena veneziana il giovane Jacopo Robusti è proprio la commissione pubblica per la Scuola Grande di San Marco del 1548, che culminerà nel capolavoro raffigurante “Il Miracolo dello Schiavo” di proprietà delle Gallerie dell’Accademia. Il progetto espositivo prevede la collaborazione di grandi prestiti internazionali come “La Conversione di San Paolo” della National Gallery di Washington e “La Contesa tra Apollo e Marsia” proveniente dal Wadsworth Atheneum di Hartford ed esposti per la prima volta in Italia, che insieme alle altre opere celebrano la personalità di questo grande e talentuoso artista.
Testo, video e fotografie a cura di Simone Teschioni
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